Si può vivere senza soldi?

Si può vivere senza soldi?

Potrebbe sembrare una domanda provocatoria, eppure ci sono molte persone convinte che si possa vivere senza soldi nella società odierna. Emblematico è l’esempio di Mark Boyle, un inglese venuto alla ribalta nel 2013 per aver cambiato totalmente la sua vita.

Quanti di noi lo farebbero? E tu? Lo faresti?

Oggi, nel 2022, credo che forse non sia totalmente possibile rinunciare ai soldi, ed è abbastanza ipocrita farlo credere agli altri. Mark Boyle ha scritto un libro, quindi immagino che i diritti di autore gli arrivino sotto forma di….. Soldi, esatto! Non gli vengono pagati in patate e cipolle.

Comunque, non ho nessuna intenzione di diventare polemico. Ribadisco solo il mio punto di vista: secondo me è impossibile vivere completamente senza soldi, è comunque vero che la Pandemia di Covid-19 ha portato molti di noi a chiedersi che cosa vogliamo davvero nella vita.

Personalmente, ritengo che sia possibile fare un “decluttering”, cominciare col buttare il superfluo, partendo dal gettare tutti gli oggetti, i capi di abbigliamento e le cartacce che abbiamo accumulato nel corso degli anni.

Vivere con meno cose è possibile.

Vediamo la storia di Mark Boyle, in questo articolo ripreso da Wired Italia

https://www.wired.it/economia/business/2014/06/17/si-puo-vivere-senza-soldi/

 

Quando ho letto la prima volta la storia di Mark Boyle, 34 anni, inglese che ha deciso di stravolgere la sua vita rinunciando al denaro come bisogno primario di sopravvivenza, era la fine del 2013.

Alla luce dell’austerità economica, soggetta a pesanti critiche, la condizione finanziaria di fine anno in Italia, nonostante alcuni cenni di ripresa, era ancora difficile e, aggiungendo la situazione politica poco chiara, le incertezze facevano da sfondo a un momento scandito da un dilagante malcontento generale, tanto è vero che lo stesso Presidente della Repubblica nel suo consueto discorso di chiusura di fine anno ha esortato i politici a contribuire ai sacrifici della popolazione (appello al momento, a mio avviso, non totalmente accolto).

I dati Istat degli ultimi giorni sull’inflazione parlano di una piccola ripresa rispetto agli ultimi mesi, ma la situazione in cui versano famiglie e imprenditori nazionali è decisamente sconfortante.

“Soldi, soldi, soldi, toccasana di questa quotidiana battaglia della grana perché chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta”* cantava Betty Curtis nella versione più famosa della nota  canzone  degli anni ’60, quando i tempi non erano ancora sospetti.

Tutto ruota intorno al dio denaro, se hai i soldi puoi permetterti tutto … e chi più ne conosce, più ne dica!

Mai quanto in questo periodo, modi di dire del genere tornano in auge. Ma allora è proprio vero che la nostra vita senza denaro non ha senso/valore? Si può quantificare la vita di un individuo in base al proprio reddito e alla capacità di fare denaro?

Secondo Boyle pare proprio che i soldi non facciano poi tutta questa felicità. Lo dimostra la sua scelta, all’apparenza totalmente bizzarra. Ancora una riflessione.

Poniamo attenzione all’origine semantica della parola crisi. Deriva dal verbo greco Krino che originariamente indicava la separazione, in riferimento alla trebbiatura.

Successivamente assunse il significato di scelta, quindi capacità di giudizio e ancora, in senso figurativo, momento decisivo e quindi soluzione.

Tutti significati che non rimandano a un’idea di negatività, che siamo soliti, specie oggi, attribuire al termine. La fase storica che stiamo affrontando sembra volerci dire che è tempo di riflessione e che forse non tutti i mali vengono per nuocere. La crisi rappresenta dunque un momento decisivo di cambiamento e trasformazione.

Il sistema precario professionale, le notizie desolanti sui debiti nazionali e d’oltreoceano, diffondono angoscia e timore sul futuro.

La gente compra meno, tutti hanno paura di spendere, i negozi chiudono e l’economia non gira.

E’ il solito serpente che si morde la coda, oppure per restare in tema di metafore, il pesce puzza dalla testa.

Già, proprio la testa, la sede del nostro pensiero che, secondo le più recenti teorie noetiche, può influire direttamente sul mondo fisico.

Basti pensare al messaggio lanciato da The secret, il bestseller che qualche anno fa ha scalato le classifiche mondiali. La realtà la creiamo noi, con i nostri pensieri. Sempre secondo queste considerazioni, persino una grave malattia può essere sconfitta dalla forza della mente.

Può quindi essere vero che la paura di avere il conto in banca che piange ci impedisca di vedere che la soluzione alla nostra serenità sta veramente in noi, o meglio, nel nostro modo di guardare la realtà?
Mark Boyle lo ha espressamente dichiarato:  “Ho cambiato totalmente visione della vita”. In serie difficoltà economiche e alla perenne ricerca di un’attività lavorativa dignitosamente remunerativa, il laureato inglese in economia e finanza, ha ribaltato del tutto le sue priorità e ha scoperto che vivere senza soldi si può.
Come?
Con il poco denaro a sua disposizione ha acquistato un pannello solare per l’autoproduzione di energia elettrica e si è trasferito in una roulotte ricevuta in dono da un amico.
Per il fabbisogno alimentare quotidiano usufruisce degli ortaggi coltivati nel suo orto e ricorre all’antica forma del baratto per vestiario e altre piccole esigenze quotidiane. Ecco la sua storia, raccontata anche in un libro dal titolo The moneyless man.

Questa è l’esperienza di un uomo stanco di lottare contro le difficoltà della ricerca del lavoro e di fare i conti, nella perenne ansia quotidiana. Senza soldi si è proprio tolto un peso, ma dall’anima.

Allora mi chiedo: avremmo tutti il coraggio di farlo? Anche in termini non del tutto così drastici, ma semplicemente fermandoci a riflettere sul potere che il denaro ha sulla nostra vita che ci fa perdere di vista quanto a volte la soluzione l’abbiamo davvero a portata di mano.

Ma, soprattutto, quanto sia importante stare in pace con sé stessi.

Perciò adesso un’ultima domanda, è il caso dirlo, da un milione di dollari. Siamo veramente felici della nostra vita? Se la risposta è no, a voi la scelta, più o meno perentoria, di cambiarla.