Piccoli gesti possono portare a grandi cambiamenti

“PICCOLI GESTI POSSONO PORTARE A GRANDI CAMBIAMENTI”

 

FILM: “Elysium” – 2013

Nel 2154 l’umanità risulta divisa in due caste: pochi eletti, i ricchi, che vivono su un’enorme stazione spaziale chiamata Elysium, orbitante immediatamente intorno alla Terra, lussuosa, avveniristica e fornita di un perfetto ecosistema terrestre, e i poveri, in grande maggioranza, che vivono sul pianeta Terra, ormai sovrappopolato, estremamente inquinato e poco abitabile perché in forte degrado.

 

Immagine della terra nel 2154 dal film

Immagine della terra nel 2154 dal film “Elysium”

 

FILM: “2022 I Sopravvissuti” – 1973

Anno 2022: la Terra è devastata dall’inquinamento e dalla sovrappopolazione. L’ambiente naturale non esiste quasi più e il clima è torrido. Le stagioni si sono ridotte a una perenne estate con oltre 30 °C di temperatura. New York è un formicaio di 40 milioni di abitanti pressati in fatiscenti condomini, il dominio tecnologico e il consumismo sono tramontati perché gli oggetti che hanno prodotto stanno cadendo a pezzi, per mancanza di ricambi; manca spesso la corrente elettrica; cibo e acqua sono razionati.

I poveri vivono dentro automobili e dormono sulle scale dei palazzi. Nei quartieri ricchi la situazione è migliore, c’è l’aria condizionata, l’acqua corrente, la televisione a circuito chiuso, un maggiordomo di palazzo.

Allo scopo di alleviare il problema della sovrappopolazione il governo ha da tempo legalizzato il suicidio assistito: a questo scopo sono stati creati i Templi, luoghi dove la gente può recarsi a morire in un ambiente confortevole.

 

Locandina del film

Locandina del film “2022: i sopravvissuti”, del 1973

 

Studio Australiano, Sole 24 Ore, 2019

Il risultato è che nel 2030, come avevano ammonito tredici anni prima gli scienziati Yangyang Xu e Veerabhadran Ramanthan in una pubblicazione scientifica che aveva fatto discutere, le emissioni di anidride carbonica raggiungono livelli mai visti negli ultimi due milioni di anni. Nel ventennio successivo si tenta di porre rimedio alla situazione, ma è troppo tardi: nel 2050 il riscaldamento globale raggiunge tre gradi, di cui 2,4 legati alle emissioni e 0,6 al cosiddetto “carbon feedback”, la reazione negativa del pianeta al riscaldamento globale.

L’anno 2050 rappresenta l’inizio della fine. Buona parte degli ecosistemi terrestri collassano, dall’Artico all’Amazzonia alla Barriera corallina. Il 35% della superficie terrestre, dove vive il 55% della popolazione mondiale, viene investita per almeno 20 giorni l’anno da ondate di calore letali. Il 30% della superficie terrestre diventa arida: Mediterraneo, Asia occidentale, Medio Oriente, Australia interma e sud-ovest degli Stati Uniti diventano inabitabili. Una crisi idrica colossale investe circa due miliardi di persone, mentre l’agricoltura globale implode, con raccolti crollati del 20% e prezzi alle stelle, portando ad almeno un miliardo di “profughi climatici”. Guerre e carestie portano a una probabile fine della cività umana così come la intendiamo oggi.

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